Il settore olivicolo del Lazio è poco competitivo, prevalentemente a causa della frammentazione aziendale e della vetustà degli oliveti. Soltanto un terzo degli impianti è da considerare di media e alta produttività, mentre la restante parte, di bassa intensità e di medio-bassa produttività, riveste un ruolo prevalentemente paesaggistico e di difesa del territorio, ed è occupata, per circa 30 mila ettari, da oliveti in fase di progressivo abbandono, sebbene di facile accessibilità alla meccanizzazione. Proprio questa superficie potrebbe essere valutata per ospitare nuovi oliveti specializzati, ma finora si è assistito solo a modesti sviluppi con impianti moderni, alcuni dei quali ad alta o ad altissima densità e con varietà straniere derivate da moltiplicazione per talea. L’azienda che ospita la Tornata si distingue per aver realizzato un impianto super-intensivo di grandi dimensioni, circa 250 ha, volto a confrontare cultivar straniere e cultivar italiane, le cui piante sono derivate da talea e da micropropagazione. Le relazioni che saranno presentate evidenzieranno lo stato dell’arte attuale del settore olivicolo-oleario della Regione e saranno volte a stimolare una approfondita discussione finalizzata a proporre iniziative per il miglioramento dei vari comparti del settore, incluso quello vivaistico.
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